Noemi Fedele, estremo difensore del Milan Femminile, ha rilasciato una lunga intervista a Ho Soccer Italy riguardo alla sua carriera. Di seguito, le sue parole.
«Ho iniziato a tirare i primi calci al pallone nella squadra maschile del Maliseti, per poi arrivare alla Fiorentina, dove sicuramente ci sono state le emozioni più forti perché abbiamo vinto Campionato, Coppa Italia e Supercoppa, conquistando anche la qualificazione per la Champions. Qui ho trascorso circa 8 anni e poi ho deciso di intraprendere una nuova avventura nella Serie B spagnola, per poi tornare in Italia, prima all’Empoli ed ora al Milan, squadra nella quale spero di rimanere più a lungo possibile».
Il ruolo del portiere
«Secondo me essere portiere non lo scegliamo noi, ma è questo ruolo che ci sceglie. Diciamo che io ero già indirizzata in questa posizione, perché quando ero più piccola andavo sempre a vedere gli allenamenti e le partite di mio fratello, che tutt’ora è portiere in Eccellenza ed è per me fonte di ispirazione per la dedizione e il sacrificio che fa ogni giorno per questo sport. Spero un giorno di diventare come lui».
Professionismo nel calcio femminile
«Il professionismo per noi è un passo importante, credo che questo sia il primo passo verso qualcosa di veramente bello. Noi calciatrici siamo fiere di poter entrare tutte nell’ottica che questo adesso è a tutti gli effetti il nostro lavoro, cosa che poche società come il Milan già fa da tempo».
Obiettivi ed ambizioni future
«Arrivare un giorno nella Nazionale maggiore e di poter giocare nella massima serie. Alle bambine le incoraggerei a buttarsi in tutti i sensi in questo ruolo, che a parer mio è il più bello. Magari sono di parte, però non saprei spiegare la sensazione che si prova dopo aver parato un rigore, o fatto un intervento decisivo, aver cambiato le sorti della partita con le tue decisioni. Sono tutte cose che messe insieme formano un’esplosione di belle emozioni. Quindi bambine fatevi avanti che abbiamo bisogno di nuovi talenti tra i pali».
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