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Di Gennaro: “Leao, la scelta del 10 è personalità. Pioli ora ha varie alternative”

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Intervistato ai microfoni di Tuttosport, Antonio di Gennaro, ex calciatore, ha parlato del Milan e della stagione 2023/24 che sta per iniziare. L’ex centrocampista si è focalizzato sopratutto sulle figure di Stefano Pioli e di Rafael Leao. Ecco le sue dichiarazioni:

Su Leao: «In un mercato drogato, dove non c’è criterio di spesa dico di si, me la sarei aspettata un’offerta dall’Arabia Saudita. Ma credo che Leao abbia deciso di restare al Milan per Paolo Maldini. Questo non vuol dire che il management di oggi sia da meno. Ma Leao, Maignan e Theo hanno proseguito il progetto Milan perché c’era una figura importante come Paolo… Se arrivasse ora sarebbe difficile dire di no perché oggi più che ieri il denaro ha preso il sopravvento su tutto… Top player? È sulla strada per diventarlo. Quest’anno può migliorare ancora, può consacrarsi. Non si può fermare uno come lui. Un giocatore del suo livello deve trovare la continuità, la forza per crescere sempre. Ha delle doti stratosferiche. Per me è nel pieno della sua maturità anche tattica… Lui fa cosa che gli altri non fanno: ha la capacità fisica abbinata alla tecnica. Lui quando vuole è fenomenale. La scelta della 10 per me vuol dire avere personalità. Il 10 è per tutti il numero più importante, quello più rappresentativo. Lo ha indossato gente come Savicevic, Rui Costa, come Rivera. Vuol dire che vuole incantare. Ha acquisito mentalità e personalità. Ha preso il 10 perché ha capito che vuole fare la differenza…».

Su Chukwueze, Loftus-Cheek, Giroud, Okafor: «Un giocatore come Chukwueze a destra mancava proprio. Saltare l’uomo in velocità nell’uno contro uno è fondamentale nel calcio di oggi. Se riesce a sfruttare subito il suo gioco vuol dire che il Milan ha acquisito un grande giocatore proprio come Leao…. Il nuovo Tonali? Può essere Loftus-Cheek per forza fisica, inserimento, tiro da fuori. Ma i paragoni sono sempre difficili. Giroud è sempre una garanzia, Okafor è un attaccante diverso, di movimento, un giocatore capace di creare spazi per gli inserimenti dei centrocampisti. Ma ricordiamoci anche di Pulisic: anche lui sa fare gol».

Sulla nuova squadra: «A volte può bastare uno sguardo, una parola, un semplice consiglio per capire cosa fare, per imparare qualcosa di nuovo. Lo dico sempre: i giocatori simbolo sono fondamentali. Poi a volte possono oscurare i padroni o qualcuno che non vuole queste figure perché possono, secondo loro, andare a sminuire gli altri. Ma non è così: sono un valore aggiunto. Stefano Pioli è un allenatore, poi è normale che possa incidere anche sulle scelte di mercato. Come lo ha fatto fino a quando c’erano Maldini e Massara. Il lavoro però di Pioli è quello sul campo. È lì che lui viene giudicato… A me sembra normale che l’allenatore, in sintonia al management, debbano decidere. La sinergia con la società è fondamentale. Ora certamente Pioli è ancora più una figura di riferimento per questa società, è il tecnico che ha riportato il Milan a certi livelli. E ora il club vuole alzare ancora l’asticella anche se lo scorso anno si è raggiunta la semifinale di Champions. Dopo l’addio di Tonali sono arrivati giocatori funzionali al suo modo di giocare. Ora ha varie alternative, ha centrocampisti che possono arrivare al gol, esterni che sanno creare superiorità numerica. Ha tutto per fare un grande Milan».

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